Forse quando mettiamo al mondo i figli, è il momento in cui somigliamo di più a Dio. Perché lo facciamo, in fondo, senza che nessuno ci abbia garantito niente. È un atto di gratuità: è un bene che tu ci sia, quindi io do la vita per te. Do il lavoro, la fatica, do il corpo (la donna da il corpo!) per custodire quella vita, ma nessuno le ha garantito che sarà sano o malato, buono o cattivo, che non la farà soffrire, che sarà fonte solo di gioia… ma è così vero che tu vali, che io rischio la vita per metterti al mondo, e per tenerti grande. […] Lì somigliamo per un momento a Dio e a questa gratuità, per cui il perdono è l’amore con cui lo chiami alla vita prima di sapere se sbaglierà o no, se ti farà soffrire o no, se ti tradirà o no.

Franco Nembrini