Chi sei Tu?

C'è una bellezza invisibile in Turchia: una bellezza intangibile, sfuggevole, che ti obbliga a porre attenzione al più piccolo dei dettagli per rendersi visibile. Non sta nei paesaggi, magnifici e incantati come quelli della Cappadocia, o nelle chiese bizantine che portano con se una storia più lunga di tutti noi; non sta nemmeno nelle persone, come Mustafa che ci ha tenuto molto a chiederci cosa ci portasse in un posto così remoto avendo tutto il bello dell'Italia per noi, o quel nome impronunciabile del nostro autista che ogni mattina ci accoglieva con un sorriso spiazzante; non sta nemmeno nella compagnia di viaggio, perché ognuno di noi, da solo, è a sua volta spiazzato dal proprio limite umano una volta tornato a casa. C'è qualcosa, in Turchia, che mette insieme tutto questo, che fa stare insieme tutto questo. È qualcosa che va oltre noi, me e te, è qualcosa che va oltre i paesaggi, le chiese bizantine, le persone incontrate ed ha un nome preciso. "Chi sei Tu?"


Chi sei Tu?

C'è una bellezza invisibile in Turchia: una bellezza intangibile, sfuggevole, che ti obbliga a porre attenzione al più piccolo dei dettagli per rendersi visibile. Nuovo articolo nel blog, qui.


Pietre vive


Decido di chiudere il 2017 e iniziare il 2018 con un Pellegrinaggio in Terra Santa. Sono tante le domande che porto con me, ma fin dall'inizio questa frase mi spezza in due: "l'uomo è felice quando ha chiaro lo scopo della propria vita". Il problema è che quando si parte, lo scopo è la prima cosa a cui si pensa e l'ultima che si realizza. Qui in Palestina, al centro del mondo mi sento fuori dal mondo. Proprio qui dove tutto è nato, dove il Verbo si è fatto carne e che tuttora abita in mezzo a noi, nel deserto, nel Santo Sepolcro, durante la Via Crucis ho incontrato numerose Pietre. Non pietre morte, ma Pietre Vive! Ecco che tutto si fa chiaro con le parole di Don Carlo: "Quando siamo spenti e aridi è perché ci fissiamo su ciò che finisce". Io non voglio che nulla finisca, io desidero tutto. Voglio tutto.